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Paolo Volponi, Italo Calvino ed Edoardo Sanguineti, i tre scrittori qui presi in esame, rappresentano tre diverse possibilità e tre modi differenti di affrontare il medesimo argomento e di rispondere alle esigenze del nuovo contesto. Nelle loro opere la metaletterarietà assume sembianze e valenze peculiari. Pur cresciuti nel medesimo humus culturale e con in mente un obiettivo comune (scrivere in modo nuovo e non convenzionale), Volponi, Calvino e Sanguineti sviluppano strategie diverse, impiegando prospettive metodologiche provenienti da campi scientifici e filosofici negli anni Sessanta molto popolari come la psicanalisi, la linguistica e la semiotica. Lungi dall'essere autori meramente autoreferenziali, essi hanno infatti sempre ben presenti il ruolo alto della letteratura e le sue responsabilità, sicché l'autocoscienza letteraria si coniuga sempre con una profonda coscienza etico-politica. Lo scopo di questo volume è duplice: analizzare da un lato gli aspetti metaletterari della narrativa di Volponi, Calvino e Sanguineti e valutare dall'altro le connotazioni e implicazioni etiche e sociali delle loro opere.